Il pinyin è la forma romanizzata della lingua cinese basata sulla pronuncia. È nato come un modo per spiegare il cinese agli studenti occidentali, scrivendo i caratteri cinesi con l'alfabeto occidentale. È stato riconosciuto ufficialmente dal governo cinese negli anni '50 e successivamente è stato implementato nelle scuole primarie per semplificare il processo di apprendimento e uniformare la pronuncia.
Per rappresentare la complessa fonologia del cinese standard, il Pinyin utilizza tutte le lettere dell'alfabeto latino di base - ad eccezione della "v" - più quattro digrafi "sh", "ch", "zh", "ng" e la u con umlaut: "ü". Inoltre, sulle vocali "ō", "ó", "ǒ", "ò" si usano quattro accenti, che servono a indicare i quattro toni del cinese. I toni possono anche essere indicati con i numeri "1, 2, 3, 4", anche se questo è meno comune. Il sistema pinyin detta anche le regole per l’uso delle maiuscole e per la divisione in sillabe.
Ogni carattere cinese rappresenta solitamente una sillaba. Ad esempio, "Io sono spagnolo" si scrive con sei caratteri, cioè sei sillabe: "wǒ shì xī bān yá rén" o "wo3 shi4 xi1 ban1 ya2 ren2". È anche abbastanza comune rappresentare le sillabe pinyin della stessa parola insieme: "wǒ shì xībānyá rén" o "wǒ shì xībānyá rén".
In mandarino, la sillaba è composta da due parti, una iniziale (in blu nell'esempio) e una finale (in rosso). Il verde indica il tono. Il mandarino ha quattro toni più un tono neutro, che non viene trascritto, come vedremo nelle prossime lezioni.
Il primo riquadro mostra le parti iniziali, il secondo le vocali e il terzo le letture speciali di alcune parti finali.